Il colpo al casino Slovenia

Si era alzato quella mattina con un’angoscia terribile in corpo, ma era determinato a portare avanti il suo piano. D’altra parte, non aveva alternative: o così, o sua figlia sarebbe morta. Aveva bisogno di quell’operazione molto costosa che lui non si poteva permettere, ma che era intenzionato a farle fare. Non era un uomo violento, e non era neanche un criminale. Era un brav’uomo, onesto e sensibile, ma le aveva provate davvero tutte e non aveva ricevuto sostegno da nessuno. Il mondo lo aveva abbandonato, gli aveva fatto capire quanto ingiusta fosse la vita, e come tutto girasse attorno ai soldi, affetti compresi. E così era giunto all’unica soluzione che gli rimaneva, l’unica opzione che gli era venuta in mente: avrebbe derubato il casino Slovenia. Un posto che di certo non avrebbe sofferto la mancanza di qualche migliaio di Euro, che non raccoglieva i risparmi di una vita di qualche poveraccio, ma i soldi che la gente buttava via consapevolmente, per divertimento. Eticamente e moralmente, si sentiva sereno. Per il fatto di commettere un crimine, ovviamente, sapeva che non si sarebbe mai perdonato, ma non gli importava. Una volta curata la figlia, forse si sarebbe costituito alla legge per scontare la sua pena, ma sua figlia doveva guarire, sopravvivere.

Era un uomo onesto, ma anche intelligente, quindi non era entrato al casino Slovenia con una pistola in mano ed una calza nera sulla faccia, sull’impeto del momento. Aveva deciso di studiare un piano che gli permettesse di uscire con i soldi e che gli desse il tempo di far operare la figlia. Ci aveva impiegato ben tre mesi per metterlo a punto, visitando varie volte il casino Slovenia, sempre sotto diverse spoglie e aveva studiato i sistemi di sicurezza nei minimi dettagli. Tre mesi erano il massimo del tempo che poteva concedersi, poi la figlia doveva entrare in sala operatoria a tutti i costi. All’ospedale aveva già detto che avrebbe pagato in un giorno specifico, dopo aver ricevuto il prestito dalla banca, ed aveva prenotato la sala operatoria. Si era procurato un alibi perfetto e si era premurato di non farsi mai vedere da una telecamera. 

Il giorno dopo il colpo, il casino Slovenia aveva aperto come sempre, l’assicurazione aveva coperto la perdita senza nessun problema. Sul giornale era uscito un articolo sul colpo perfetto, di cui però non si seppero mai i dettagli, per evitare altri colpi simili. Il ladro non fu mai scoperto, mai trovato, ma una giovane ragazza nell’ospedale locale aveva subito un’operazione che le aveva donato una nuova vita. E suo padre era l’uomo più felice del mondo. Un uomo che aveva deciso che, in certe situazioni estenuanti, commettere un reato era accettabile, nonché l’unica soluzione viabile nelle mani di un uomo disperato.